giovedì 4 ottobre 2007

24 consigli di ENI per ridurre del 30% i consumi di energia

ENI ha avviato una campagna informativa chiamata “ENI 30percento. La campagna ha l’obiettivo di promuovere il risparmio energetico e di ridurre gli sprechi che compiamo nelle normali attività quotidiane e dei quali, spesso, neanche ci accorgiamo. Applicati con perseveranza, i 24 punti permettono alle famiglie italiane di tutelare l’ambiente riducendo del 30% le spese annue per i consumi di energia.

In casa: piccoli gesti quotidiani

01 Non lasciare gli elettrodomestici in stand-by
02 Usare lampadine a basso consumo
03 Installare i riduttori di flusso dell’acqua
04 Installare valvole termostatiche sui termosifoni
05 Usare la lavatrice e temperature basse (40/60°C)
06 Usare la lavastoviglie solo a pieno carico
07 Isolare il cassonetto degli avvolgibili
08 Non utilizzare l’asciugatura ad aria calda nella lavastoviglie

Risparmiare acquistando apparecchi efficienti

09 Sostituire il vecchio frigorifero con uno nuovo più efficiente
10 Sostituire la vecchia lavatrice con una nuova più efficiente
11 Sostituire lo scaldabagno elettrico con uno a gas
12 Scegliere una caldaia più efficiente

La regolazione della temperatura

13 D’inverno tenere in casa una temperatura di 20° C
14 D’estate ridurre l’uso del condizionatore in casa
15 Usare correttamente l’aria condizionata in auto

Alla guida

16 Mantenere una velocità moderata in autostrada
17 Mantenere un’andatura regolare in città
18 Utilizzare le marce alte
19 Evitare di riscaldare il motore a veicolo fermo

Piccola manutenzione dell’auto

20 Controllare la pressione dei pneumatici almeno una volta al mese
21 Scegliere pneumatici “Fuel Saver”
22 Scegliere lubrificanti “Fuel Economy”
23 Non utilizzare accessori che penalizzino l’aereodinamica dell’auto
24 Evitare carichi superflui in auto

Sul link http://www.eni.it/efficienza-energetica/24-consigli-testo.html sono fornite informazioni dettagliate e spiegazioni specifiche circa la corretta applicazione pratica dei sopraccitati accorgimenti.

Il Parlamento italiano: il luogo con il più alto tasso di criminalità della nazione.


Non esiste quartiere a rischio,o periferia metropolitana in cui un abitante su dieci sia stato condannato o sotto processo. In Parlamento sì, tanto è che forse varrebbe la pena dirottare i presunti ‘poliziotti di quartiere ’ lontano da quelle zone ingiustamente screditate, per impiegarli più utilmente al pattugliamento delle aule parlamentari,dove statisticamente si rileva la presenza più massiccia di devianza criminale.

La nuova legislatura vanta un totale di 82 fra indagati,condannati,arrestati,riciclati e candeggiati.

Ciò significa che su 900 e rotti parlamentari,una novantina ha seri problemi con la legge.E la percentuale del 10% è decisamente eccessiva anche per le aree più disagiate del paese,comprese Scampia e Secondigliano.

Tale condizione ,in un qualunque altro paese civile ,avrebbe impedito o sconsigliato la candidatura e l’elezione dei parlamentari in causa. Nei paesi civili,infatti ,chi finisce sotto inchiesta abbandona la politica ,o almeno la carica che ricopre ,in attesa di chiarire la sua posizione dinnanzi alla legge; se poi la chiarisce,dopo essersi difeso con le nude mani ,senza coinvolgere il partito e le istituzioni che rappresenta, ritorna in campo, altrimenti se ne resta a casa, o eventualmente in carcere.

Una condanna, provvisoria o meglio ancora definitiva, ma anche un rinvio a giudizio, e persino un avviso di garanzia, fanno curriculum. Il tutto in un paese dove chi ha un parente condannato non può fare il carabiniere e chi è condannato in proprio non può fare il vigile urbano né il segretario comunale. Ma il parlamentare sí. Chi corrompe i giudici, o aiuta la mafia, o incassa tangenti a tutto spiano e poi (ma anche prima) ha l’accortezza di rifugiarsi in una delle due Camere, diventa intoccabile.

Insomma a furia di parlare di ‘quote rosa ’,si rischia di trascurare una rappresentanza parlamentare ben più rappresentativa,o ben più rappresentata:quella degli eletti nei guai con la giustizia,le cosiddette “quote marroni” , o meglio i ‘diversamente onesti ’.


Categorie penali


Condannati definitivi

25

Prescritti defini

10

Assolti per legge

1

Prosciolti per immunità

1

Condannati in I grado

8

Imputati in I grado

17

Imputati in udienza preliminare

1

Indagati in fase preliminare

19

TOTALE

82


L’hit parade dei partiti


DESTRA SINISTRA

Forza Italia

29

Margherita

6

Alleanza Nazionale

14

Ds

6

Udc

10

Udeur

2

Movimento per l’autonomia

1

Rifondazione comunista

2

Dc

1

Rosa nel pugno

1

Psi

1



Gruppo misto

1



TOTALE

65


17

La classifica dei reati*

Corruzione 18
Finanziamento illecito 16
Truffa 10
Abuso d¹ufficio, falso 9
Associazione mafiosa 8
Bancarotta fraudolenta, turbativa d¹asta 7
Associazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale, falso in bilancio 6
Attentato alla Costituzione, attentato all¹unità dello Stato, struttura paramilitare fuorilegge 5
Favoreggiamento, concussione, frode fiscale 4
Diffamazione, abuso edilizio, lesioni personali 3
Banda armata, corruzione giudiziaria, peculato, estorsione, rivelazione di segreti 2
Omicidio, associazione sovversiva, istigazione a delinquere, favoreggiamento mafioso, aggiotaggio, percosse, violenza a corpo politico, incendio aggravato, calunnia, falsa testimonianza, voto di scambio, appropriazione indebita, violazione della privacy, oltraggio, fabbricazione di esplosivi, violazione diritti d’autore, frode in pubblico concorso, adulterazione di vini 1

* Qui il totale dei reati non corrisponde a quello dei parlamentari "marroni", perché abbiamo inserito tutti i reati di cui è accusato ciascuno, e molti devono rispondere di varie fattispecie delittuose.


Ecco venticinque "diversamente onesti":
condanne e patteggiamenti definitivi

1. Berruti Massimo Maria (FI): favoreggiamento.
2. Biondi Alfredo (FI): evasione fiscale (reato poi depenalizzato).
3. Bonsignore Vito (Udc): corruzione.
4. Borghezio Mario (Lega Nord): incendio aggravato.
5. Bossi Umberto (Lega Nord): finanziamento illecito e istigazione a delinquere.
6. Cantoni Giampiero (FI): corruzione e bancarotta.
7. Carra Enzo (Margherita): falsa testimonianza.
8. De Angelis Marcello (An): banda armata e associazione sovversiva.
9. D¹Elia Sergio (Rosa nel pugno): banda armata e concorso in omicidio.
10. Dell¹Utri Marcello (FI): false fatture, falso in bilancio e frode fiscale.
11. Del Pennino Antonio (FI): finanziamento illecito.
12. De Michelis Gianni (Psi): corruzione e finanziamento illecito.
13. Farina Daniele (Prc): fabbricazione, detenzione e porto abusivo di ordigni esplosivi, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e inosservanza degli ordini dell¹autorità.
14. Jannuzzi Lino (FI): diffamazione aggravata.
15. La Malfa Giorgio (FI): finanziamento illecito.
16. Maroni Roberto (Lega Nord): resistenza a pubblico ufficiale.
17. Mauro Giovanni (FI): diffamazione aggravata.
18. Nania Domenico (An): lesioni volontarie personali.
19. Patriciello Aldo (Udc): finanziamento illecito.
20. Pomicino Paolo Cirino (Dc): corruzione e finanziamento illecito

21. Previti Cesare (FI): corruzione giudiziaria.
22. Sterpa Egidio (FI): finanziamento illecito.
23. Tomassini Antonio (FI): falso in atto pubblico.
24. Visco Vincenzo (Ds): abuso edilizio.
25. Vito Alfredo (FI): corruzione.


Family che?

"C'è un attacco dell'Unione alla Chiesa e alla famiglia. I cattolici di sinistra vivono una contraddizione insuperabile: non si può essere al tempo stesso cattolici - e quindi riguardosi della dottrina della Chiesa - e allearsi con chi è frontalmente dall'altra parte. Noi diciamo no a caricature dei matrimoni". (Silvio Berlusconi al Family Day, 12 maggio 2007).


Berlusconi. Marcello, iniziamo male l'anno!
Dell'Utri. Perché male?
Berlusconi. Perché dovevano venire due [ragazze, nda] di "Drive In" che ci hanno fatto il bidone! E

anche Craxi è fuori dalla grazia di Dio!
Dell'Utri. Ah! Ma che te ne frega di "Drive In"?
Berlusconi. Che me ne frega? Poi finisce che non scopiamo più! Se non comincia così l'anno, non si scopa più!
Dell'Utri. Va bene, insomma, che vada a scopare in un altro posto!
Berlusconi. Senti, dice Fedele [Confalonieri, nda] che devi sacrificarti (...). Devi venire qui!
Dell'Utri. No, figurati!
Berlusconi. Purché le tette siano tette! Truccate soprattutto bene le tette! (...) Grazie, ciao Marcellino!
Dell'Utri. Un abbraccio, anche a Veronica. Ciao!
Berlusconi. Anche a te e tua moglie, ciao.
(telefonata intercettata dalla Guardia di Finanza sul telefono della villa di Arcore - dove Berlusconi festeggia il Capodanno con Fedele Confalonieri e l'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi - in un procedimento per bancarotta a carico di Marcello Dell'Utri. Milano, ore 20.52 del 31 dicembre 1986).

Fonte: http://www.repubblica.it/2003/k/rubriche/cartacanta/14-magg/14-magg.html


Sinistra Giovanile, circolo “fratelli Cervi” di Itri

SPERLONGA

<<Nel comune di Sperlonga, specialmente nel corso dell’ultimo quinquennio, tutti gli interventi di natura edilizia deliberati dall’Amministrazione Comunale sono stati assegnati esclusivamente a ditte del casertano e del napoletano, così come tutte le progettazioni vengono assegnate, quasi in esclusiva, ad uno Studio di architettura, all’interno del quale si dice che operino privatamente funzionari della Regione Lazio.

La recente costruzione dell’Hotel Virgilio (unico albergo di Sperlonga a cinque stelle) è avvenuta in grave e palese difformità dal progetto senza che vi sia stato alcun controllo da parte dell’Ufficio Tecnico comunale. I lavori di costruzione sono stati effettuati blindando letteralmente il cantiere in modo che non fosse possibile vedere alcun che. Ci sono indagini in corso sia per verificare la liceità dei soldi investiti, sia su un socio del proprietario dell’Hotel che avrebbe avuto un figlio ammazzato dalla camorra. Dal canto suo, la Guardia di Finanza di Gaeta si è attivata ed ha richiesto alla Procura di Latina delega per indagini bancarie, richiesta finora non esitata dalla Procura.

Ma i rapporti particolarmente "sinergici" tra l’Amministrazione comunale di Sperlonga ed i proprietari dell’Hotel Virgilio si evincono anche da un’altra vicenda molto singolare. L’Amministrazione comunale, con delibera di Giunta Municipale dell’aprile 2003 ha concesso in comodato d’uso al proprietario dell’Hotel Virgilio 986 mq di terreno di proprietà comunale posto al confine della stessa struttura ricettiva, chiedendo un canone di concessione annuo di 1000 euro. A fronte di tale concessione, il proprietario dell’Hotel si impegnava "ad effettuare opere di sistemazione urbana e messa a dimora di nuove piante della specie mediterranea" su tutta l’area concessa. Al di là del fatto che la concessione in comodato d’uso è una forma di contratto impropria ed anomala tra amministrazione pubblica e privato, va rilevato che il proprietario del suddetto Hotel non solo non ha mantenuto l’impegno di procedere alla prevista piantumazione, ma l’area in oggetto è stata completamente pavimentata, contiene cubatura e risulta inserita a tutti gli effetti nella struttura alberghiera. C’è inoltre da dire che il canone di 1000 euro annui è assolutamente ridicolo per un’area che ha un indice di fabbricabilità di 3,5 mc/mq (il massimo previsto dal piano regolatore) e il cui valore, in via prudenziale, può essere calcolato intorno al miliardo di vecchie lire. Peraltro, a lavori finiti, risulta che non solo detto albergo ha realizzato una cubatura di gran lunga superiore a quella prevista dal progetto, ma la struttura ricettiva manca completamente dei parcheggi pubblici all’aperto previsti dal piano regolatore.

I rapporti "sinergici", di cui abbiamo detto, non finiscono qui; infatti il proprietario dell’Hotel Virgilio è anche socio del Comune in una società, recentemente costituita, che gestisce l’organizzazione delle manifestazioni estive. Non solo, ma lo stesso proprietario dell’Hotel è stato il vincitore di una gara pubblica con la quale il Comune ha letteralmente svenduto lotti di sua proprietà; gara che è stata oggetto di denuncia sia da parte della minoranza consiliare, sia da parte di altri concorrenti alla gara stessa.

Negli anni 90, a seguito della denuncia presentata dal senatore Maurizio Calvi (ex vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia) e fatta propria dal Prefetto di Latina , dott. Orefice, i Carabinieri indagarono sui titolaridell’ Hotel Tiberius e dell’Hotel Capovento.

Una vicenda complessa è anche quella che riguarda la concessione data dal Comune di Sperlonga ad una società a nome di tali Mazzarella e Vanno per l’allevamento di mitili nel Lago Lungo. Non solo tale concessione non poteva essere data né dalla Regione né dal Comune di Sperlonga, ma la società ha proceduto abusivamente alla costruzione di manufatti nel lago e di una strada nella zona attigua (zona a tutela integrale) senza che nessuno sia intervenuto per impedire tali interventi. Cosa grave è che le autorità locali non hanno provveduto ad intervenire ed il sequestro giudiziario c’è stato solo grazie all’intervento della Forestale di Itri. Motivi procedurali hanno consentito il dissequestro di tali opere.

Sempre a proposito del comune di Sperlonga, ricco di informazioni risulta essere il dossier diffuso dal gruppo consiliare di minoranza con l’intento di dimostrare che l’Amministrazione comunale opera in un costante e diffuso contesto di illegalità e come l’Amministrazione stessa, abbia creato un sistema opinabile per poter disporre del totale controllo del territorio.

L’ultima denuncia presentata dai consiglieri di minoranza del Comune di Sperlonga riguarda la costruzione di un albergo da parte di una società costituita dal Sindaco [Cusani ndr] e da suo genero. Dall’esposto presentato alla Procura, risulta che tra le molteplici illegittimità, tale albergo:

  • é sorto in zona agricola nello stesso sito dove vi era un ristorante (sempre di proprietà della stessa società) e senza che sia stato richiesto il cambio di destinazione; cambio di destinazione che comunque non poteva essere concesso;

  • il progetto risulta privo dell’indicazione delle misure e delle quote e ciò per mascherare la maggiore cubatura abusivamente realizzata rispetto al progetto iniziale;non rispetta la distanza di 30 metri dalla via Flacca, prevista dalla legge, per essere stato costruito previa demolizione della precedente struttura esistente;

  • è servito da una strada costruita ex novo con soldi pubblici ma che non ha alcuna utilità per la collettività.>>

FORMIA

<< […] a Formia […] sono state effettuate efficaci azioni di polizia ("Formia Connection") che riguardano il Clan Bardellino, il quale ha attività economiche, al momento sotto sequestro, anche in altri Comuni della provincia e non solo.

A riguardo del clan Bardellino, non sembra abbia avuto particolare eco la denuncia fatta pubblicamente dal sindaco di Formia Sandro Bartolomeo relativamente all’esplicito appoggio elettorale dato dallo stesso Bardellino alla campagna elettorale del candidato Simeone per le elezioni del consiglio provinciale del 2004. Ad oggi, non risultano novità giudiziarie in merito all’attentato compiuto lo scorso anno, alla vigilia delle suddette elezioni, contro l’abitazione dello stesso consigliere provinciale Simeone, segretario particolare dell’ex Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Claudio Fazzone.

Da indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere risulta che diverse attività commerciali di Formia, e in particolare alcuni negozi che affacciano su via Vitruvio, sono in mano alla camorra. Ancora lo scorso 9 settembre si leggeva di una vasta rete di usura e di riciclaggio di denaro sporco "favorito dalla presenza a Formia di un gran numero di istituti bancari, e portato avanti anche attraverso le attività commerciali aperte a Formia, che potrebbero essere state utilizzate come lavatrici per capitali di provenienza illecita" ("Latina Oggi", 9 settembre 2005, pag 28)(vedi il caso più recente che ha visto come vittima i fratelli Paolo e Stefania Costa). Deus ex machina di tale giro di usura risulta essere Antonio Catalano, esponente di clan camorristici napoletani, più volte arrestato per usura ed estorsione (l’ultimo arresto ad opera degli uomini del vicequestore Nicolino Pepe, in collaborazione con gli uomini del Commissariato P.S. di Gaeta, comandati dal vicequestore Paolo Di Francia).>>


GAETA

<Stando alle risultanze della procura di Palermo, gli interessati ai lavori che dovevano essere realizzati nel porto di Gaeta erano appartenenti alla mafia dei corleonesi, con agganci a livello ministeriale, con ciò smentendo, clamorosamente e per l’ennesima volta, le dichiarazioni tranquillizzanti dei presidi locali.

Ma non è tutto, perché, se si va ad indagare sulle già citate proprietà a Monte Moneta, a ridosso della spiaggia di Sant’Agostino, o a Monte Lombone, sulle concessioni rilasciate appena due anni fa [il 2003 ndr] nell’ambito delle "mini varianti" al PRG, o in Viale Oceania, si rileveranno presenze abbastanza "sospette".

C’è il fondato sospetto che la camorra abbia fatto ricorso a prestanomi per l’acquisto, da dieci anni in qua, di numerosi immobili e terreni. Poco tempo fa c’è stato un attentato incendiario che ha colpito un negozio, in via Indipendenza, di proprietà di gente venuta dalla Campania.

Tutto ciò, senza trascurare il settore dell’usura, come hanno dimostrato le recenti operazioni Anzaloni-Patalano-Corbingi compiute dai locali Commissariati P.S. di Gaeta e di Formia.

[…]c’è il fondato sospetto che possano esserci contiguità con soggetti della "politica": l’invio di proiettili a due consiglieri comunali, la vertenza giudiziaria insorta presso il tribunale Civile di Roma fra il Centro Stampa di Gaeta ed una società con sede a Roma per alcune spese elettorali in quella città nelle ultime elezioni amministrative. Le procedure adottate dal Consorzio Industriale del Sud Pontino nelle assegnazioni di lavori di sua competenza e le assunzioni disposte da parte dell’Autorità Portuale Civitavecchia-Gaeta del personale in quest’ultima città meriterebbero ricognizioni approfondite.

Per quanto riguarda il porto di Gaeta - che, come è noto, è gestito dall’Autorità Portuale -, "L’Espresso" del 23 gennaio 2003, in un servizio dal titolo "Cosa nostra va a Palazzo", a firma di Marco Lillo, ha già lanciato l’allarme parlando di intrecci fra mafia e politica. Secondo un rapporto della Squadra Mobile di Palermo, arrivato ai magistrati romani che indagano sul caso della cocaina al Ministero del tesoro – scrive Lillo – Mario Fecarotta, l’uomo della mafia per i lavori portuali, che vince le gare in combutta con la famiglia Riina e poi gira i subappalti a beneficio di Totino, figlio del boss di Corleone, aveva "rapporti confidenziali" con il responsabile del controllo di legalità del Ministero delle Infrastrutture. Sembra una barzelletta, continua "L’Espresso": "l’uomo che ha incontrato Fecarotta al ministero nell’estate del 2001 e che lo ha poi indirizzato agli uffici giusti per una pratica relativa al porto di Gaeta (che tanto interessava ai Corleonesi), è Vito Riggio, presidente della Commissione di controllo del Ministero di Pietro Lunardi.

"Effettivamente conosco Fecarotta da quando siamo piccoli" – fa sapere a "L’Espresso" Riggio – "ed è vero che l’ho incontrato per la questione di Gaeta. Ma l’ho solo indirizzato agli uffici competenti". I lavori partirono, scrive "L’Espresso", ed il Ministero propose la rescissione soltanto dopo l’arresto di Fecarotta. Rescissione, scrive Lillo, mai avvenuta grazie al subentro provvidenziale di una ditta di Bologna. Ditta, questa "pulita", ovviamente! Nel servizio giornalistico di Lillo vengono citati nomi di politici eccellenti che ricoprono incarichi di governo, sia a livello nazionale che della Regione Lazio sotto le precedenti gestioni. Anche per Gaeta, come per SS. Cosma e Damiano, Fondi ed Ardea, abbiamo chiesto al Ministro degli Interni la nomina di Commissioni d’accesso.>>

CAMORRA NEL SUD PONTINO: I “VISITORS” ALLE PORTE

La presenza della malavita organizzata nei territori del sud-pontino è ormai da molto tempo una realtà consolidata, sotto gli occhi di tutti.

L’origine delle infiltrazioni malavitose nella provincia di Latina, in particolare della camorra campana, va fatta risalire intorno alla metà degli anni Settanta, in concomitanza con i primi soggiorni obbligatori di boss e capoclan camorristi nella nostra zona.

L’avvicendamento, nel tempo, di pregiudicati campani, calabresi e siciliani nella provincia sud di Latina - a seguito di misure coercitive a loro carico - ha contribuito in maniera determinante a creare un substrato criminale che progressivamente è diventato punto di riferimento e di aggregazione delle formazioni delinquenziali locali.

La camorra si è inserita prepotentemente nei processi economici traendo vantaggi e ricchezza attraverso l’estorsione di tangenti o la monopolizzazione del traffico di stupefacenti. Ancor più grave è il fatto che molto spesso i camorristi hanno potuto usufruire di “regolari” concessioni edilizie mediante prestanome oppure grazie a connivenze e contiguità con gli amministratori locali.

Proprio nell’impetuoso sviluppo edilizio della provincia pontina degli anni Settanta – sviluppo drogato che in alcune realtà persevera tutt’oggi in maniera abnorme e incontrollata -, i camorristi hanno intuito la possibilità di uno straordinario giacimento per il riciclaggio degli ingenti capitali provenienti dai traffici di sostanze stupefacenti e dalle attività criminali perpetrate in Campania e nelle regioni meridionali.

Noi ragazzi della Sinistra Giovanile attraverso una semplice ricerca su internet abbiamo raccolto una discreta quantità di materiale utile per comprendere i meccanismi, le dinamiche e le ingerenze politiche della malavita organizzata nel nostro territorio. Il quadro che emerge dalla lettura dei documenti presi in analisi è assolutamente allarmante, desolante e drammatico.

Il rischio che tra qualche decennio la provincia di Latina sia controllata politicamente ed economicamente dalla camorra è purtroppo reale, concreto.

Alcune amministrazioni comunali della Provincia, continuando a trattare questa problematica con sufficienza (quando addirittura esse non strizzano l’occhio alla malavita), si caricano di una responsabilità gravissima: consegneranno anche il nostro territorio – dopo Campania, Puglia, Calabria e Sicilia almeno – nelle mani di una dittatura mafiosa.

Noi giovani non dobbiamo restare a guardare mentre la classe politica ci lascia in eredità un futuro invivibile, in quanto non sottoposto alle norme dello Stato di diritto.


Sinistra Giovanile,
sezione “fratelli Cervi” di Itri

1937–2007: 70°esimo anniversario della morte di Antonio Gramsci.


‹‹ Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi da fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli
indifferenti
. ››

Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917


« [...] non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione [...] vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini»

Antonio Gramsci, lettera alla madre, 10 maggio 1928


" NOI CI SIAMO…E CI FAREMO SENTIRE! "

NASCE A ITRI LA SINISTRA GIOVANILE.

Anche a Itri è nata finalmente una sezione della Sinistra Giovanile.

La SG è per numero di iscritti una delle organizzazioni politiche per ragazzi più grandi d’Europa; in quanto ramo giovanile dei Democratici di Sinistra essa raccoglie l’importante eredità lasciata dalla gloriosa Federazione Giovanile Comunista Italiana, nella quale si è formata la quasi totalità dell’intellighenzia del nostro partito.

<< Stimolare l’afflusso dei giovani nello organizzazioni operaie e popolari, sindacali e democratiche, allo scopo di farli partecipare in modo sistematico, largo e organizzato, a tutte le battaglie per il lavoro, la libertà e la pace>>. Era il 1949 e questo era l’incipit del programma della rinata FGCI (ricostituita dal Comitato centrale del PCI il 31 marzo dello stesso anno), redatto dall’allora ventiseienne segretario Enrico Berlinguer. Seppure con i dovuti distinguo – legati soprattutto al linguaggio specifico di quella specifica stagione - , le nostre aspirazioni e le nostre istanze sono praticamente sovrapponibili a quelle dell’indimenticato, mite leader sardo.

La SG , come è facile immaginare, è particolarmente attenta alle aree tematiche e alle problematiche che interessano direttamente il mondo dei ragazzi (scuola, università, precarietà, lavoro, ambiente, pari opportunità, alcolismo, tossicodipendenze ecc.); il suo campo d’azione non si limita tuttavia a ciò. Ci occuperemo infatti dei più svariati temi: riteniamo per esempio fondamentale indagare sull’inesorabile avanzata della malavita organizzata nella nostra provincia, sforzandoci di capirne le dinamiche e i meccanismi, cercando così di arginare l’inquinamento del tessuto sociale itrano. La Sinistra Giovanile infine può costituire senza dubbio un nuovo luogo di aggregazione, una nuova opportunità di conoscenza reciproca, un’occasione pe iniziare nuove e interessanti amicizie.

Il compito forse più impegnativo e arduo che la SG sarà chiamata ad affrontare resta comunque quello di promuovere una fattiva mobilitazione dei giovani, una loro presa di coscienza collettiva di fronte non solo alla politica.

La sistematica castrazione dei nostri cervelli perpetuata dalla Tv/spazzatura (o spazzatura/Tv?), dagli “irreality show”, dal gossip, dai rotocalchi, dalla pubblicità martellante, dal chiacchiericcio politico salottiero, dall’omologazione dei costumi, dalla disinformazione dei Tg, ha reso le nostre generazioni oziose, spente, indifferenti, passive. Ormai noi ragazzi non pensiamo più, non siamo in grado di decidere quali sono i nostri bisogni, le nostre esigenze, i nostri consumi… semplicemente non siamo più noi a stabilirli. Ci vengono imposti dai sistemi della comunicazione e della pubblicità. E noi obbediamo!

Il pecorume dilaga trionfante.

Negli ultimi cinque anni questi fenomeni hanno raggiunto un livello preoccupante, raccapricciante, drammatico. Si è instaurato un regime di “Populismo mediatico”, che rappresenta l’aspetto più perverso e pericoloso del berlusconismo (il quale purtroppo sopravviverà a Silvio Berlusconi): la manipolazione del consenso, l’appiattimento mentale, la menomazione delle facoltà critiche, l’incapacità distinguere il bene dal male, la verità dalla bugia più palese e spudorata.

In questo terribile lustro la politica - sia a livello nazionale che locale - ha toccato veramente il fondo. Il messaggio che è stato trasmesso è non solo negativo, ma addirittura eversivo. Quando le destre sono state al potere (governo, regione, provincia, comune) hanno dimostrato di considerare le regole un’ impaccio, e chi le rispetta un ingenuo. Hanno avuto un disprezzo inaudito per le istituzioni. Hanno sistematicamente gestito la res publica come una faccenda prettamente privata, tutelando esclusivamente interessi di bottega. Sono riusciti ad innalzare l’affarismo a criterio-guida, a metodo, a scienza perfetta, a ideologia.

E’ impossibile continuare a restare a guardare, tenere le mani in mano. Dobbiamo sforzarci di restituire dignità alla politica facendo sì che ciò non accada MAI PIU. Ciò che ci anima non è ipocrita filantropismo di facciata, le belle parole di circostanza non ci interessano minimamente. Noi vogliamo semplicemente contare, far sentire la nostra voce, non essere più passivi subendo dall’alto le decisioni politiche. Ci batteremo per diffondere la cultura dell’informazione, della mobilitazione, della coscienza di sé, della consapevolezza, dell’impegno.

Vogliamo rompere le scatole al potere. Ce la metteremo tutta.

Abbiamo dedicato la nostra sezione ai sette figli di Alcide Cervi. I Cervi, tipica famiglia contadina patriarcale della campagna reggiana, era famosa per la dedizione al lavoro e alla causa antifascista. Di fede cristiana e comunista, all’indomani dell’8 settembre la famiglia Cervi non esitò a prestare rifugio a molti ex prigionieri e partigiani, intrecciando rapporti con molti gruppi di combattenti per la libertà. I sette fratelli pagarono con la vita questa loro militanza.



P.S. La sezione di Itri “Fratelli Cervi” della SG si riunisce la domenica nella sezione dei DS in via S. Apollonia. L’orario degli incontri varia di volta in volta a seconda degli impegni degli iscritti. Per maggiori informazioni chiamateci: 347 3738931 (Antonello); 333 9470059 (Mario).