sabato 13 ottobre 2007

DOMENICA 14 OTTOBRE VAI ANCHE TU A VOTARE PER LE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO


Sinistra Giovanile

PROPOSTE DI DIALOGO PER L’ASSEMBLEA COSTITUENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO

La strada per il rinnovamento del corroso scenario politico attuale, tale da riportare il dialogo sui temi di quella che Gramsci definiva “Grande Politica” deve iniziare proprio all’interno del partito. La sfida per il Partito Democratico nella sua fase costituente sarà dunque eliminare tutti quegli atteggiamenti che hanno generato nel corpo elettorale sfiducia verso la classe politica, che hanno tolto consenso ai partiti della sinistra, consensi che sono andati invece attualmente ad esprimersi nel “fenomeno Grillo”. Per questo scopo, il Partito Democratico dovrà basarsi su regole chiare e coraggiose, capaci di dare attuazione pratica ai principi di legalità, trasparenza e ricambio. Il nuovo soggetto politico dovrà cioè essere in grado di riproporre con forza la “questione morale”, che non rappresenta un concetto astratto o un tema retorico, ma è divenuta oramai una vera propria esigenza sia per gli iscritti, sia per i cittadini. Sarebbe ancora una volta un errore ignorare tali legittime istanze.

Noi auspichiamo un partito forte, radicato sul territorio, capace di dare spazio a tutte le diverse anime che lo compongono, così da offrire ai cittadini un valido progetto di governo, ma al tempo stesso un partito intransigente nel verificare il rispetto dei principi che si è posto alla base.

Un manifesto del PDS recitava: “abbiamo rinnovato noi stessi per rinnovare l’Italia”, questo deve essere lo spirito.

Misure atte a garantire trasparenza e legalità nel partito

Gli iscritti chiamati dal partito a ricoprire incarichi di direzione all’interno dell’amministrazione pubblica o del partito stesso hanno il dovere, più di ogni altro, di garantire una condotta esemplare sia dal punto di vista dell’etica, sia della trasparenza. Da qui ha origine, dunque, la necessità di adottare norme severe che vadano a sanzionare chi viene meno a tale principio utilizzando il proprio incarico per finalità lontane da quelle che perseguono il bene comune.

Bisogna assolutamente distinguere quelle che sono le responsabilità giuridiche da quelle che invece rimangono all’interno del buonsenso della politica. Le prime, infatti, sono sottoposte al vaglio della magistratura, le seconde devono essere regolate da apposite norme interne al partito

Si è colpevoli dinanzi alla giustizia quando si viene condannati in via definitiva con una sentenza passata in giudicato, ma si è “politicamente perseguibili” ogni qualvolta vi siano elementi concreti che testimonino disonestà o malafede.

La Sinistra Giovanile chiede, perciò, di inserire nel regolamento nazionale del nascente Partito Democratico le seguenti proposte:

  • Esclusione dalle liste elettorali di tutti gli iscritti che abbiano avuto rapporti diretti e continuati nel tempo, accertati da prove inequivocabili (per esempio da intercettazioni che abbiano aperto una procedura giudiziaria), con esponenti della malavita organizzata, qualora fossero stati a conoscenza, o avrebbero dovuto esserlo utilizzando la normale diligenza, dell’appartenenza di detti personaggi ad ambienti malavitosi. Deve essere chiaro che, soprattutto in un sistema a liste bloccate come il nostro, la responsabilità dell’onestà dei rappresentanti dei cittadini, ricade esclusivamente sugli organi dirigenti. Da qui la necessità di dotarsi di un regolamento che prevenga situazioni spiacevoli

  • L’automatico commissariamento di tutte le sezioni del Partito Democratico presenti in Comuni, amministrati dal centro-sinistra, sciolti per infiltrazioni mafiose o per corruzione. Sarà poi compito del commissario del partito valutare le posizioni e le eventuali responsabilità dei dirigenti locali ed il loro eventuale allontanamento

  • L’intervento da parte degli organi di partito competenti in tutte quelle sezioni locali dove si siano verificate gravi violazioni ai principi di legalità trasparenza. In particolare in quelle sezioni dove siano registrate pericolose contiguità con ambienti della malavita organizzata.

  • Il rifiuto della tessera del partito, o sospensione, nel caso ne siano già in possesso, a tutti coloro che abbiano avuto condanne in primo o in secondo grado per reati di tipo mafioso, per corruzione, concussione o peculato, fino a quando non ne sia accertata l’innocenza con sentenza definitiva passata in giudicato. Rifiuto della tessera o radiazione dal partito, nel caso siano già iscritti, a tutti coloro che sono stati condannati in via definitiva per reati di tipo mafioso, per corruzione, concussione o peculato. In ogni caso deve essere comunque prevista la dimissione da tutti gli incarichi designati dal partito interni al partito stesso o nell’amministrazione pubblica.

Tali proposte sono vitali per dimostrare che chiunque abbia qualsiasi tipo di relazione con la mafia, o agisca contro gli interessi comuni, non può far parte del nostro partito o ricoprire ruoli di direzione politica e amministrativa.

Ci permettiamo infine di ricordare che dinanzi al fenomeno mafioso una formazione politica può decidere di intraprendere solamente due strade: quella della legalità, contrapponendosi duramente alle infiltrazioni malavitose, o quella della compiacenza e della connivenza.

Si può stare o dalla parte di chi la mafia la contrasta davvero, o dalla parte di coloro che vanno a braccetto con i mafiosi.

Ricordiamo pure che chi si astiene non si oppone e diviene complice nell’omertà e nell’indifferenza. La mafia va contrastata a partire da ogni piccolo gesto.

Queste misure chiuderanno le porte del PD ad ogni sorta d’interesse malavitoso ed eviteranno che un partito nato per perseguire il bene sociale sia sfruttato come mezzo per perseguire tutt’altri scopi, che è un pericolo reale soprattutto nelle nostre zone, dove è accertata una grande infiltrazione malavitosa.

Misure atte a garantire il ricambio e l’avvicendamento

Bisogna necessariamente prevedere dispositivi che permettano di creare un continuo avvicendamento, sia per quanto riguarda i ruoli di direzione del partito che per quelli interni alla pubblica amministrazione, al fine di evitare il consolidamento di veri e propri centri di potere, assolutamente auto referenziali, impegnati più a conservare i propri privilegi piuttosto che a risolvere le problematiche dei cittadini. Una maggiore regolamentazione degli incarichi plurimi e dei diversi incarichi politici e amministrativi, permetterebbe, infatti, una più ampia ed efficiente azione sul territorio ed eviterebbe la nascita di pericolosi conflitti di interessi.

Chiediamo, perciò, di inserire nel regolamento nazionale del nascente Partito Democratico le seguenti proposte:

  • La non cumulabilità dei ruoli di dirigenza politica (segretario di circolo, di federazione o regionale) con i ruoli di amministratori (assessore comunale, provinciale o regionale, sindaco).

  • Un limite massimo e improrogabile di tre mandati per tutte le cariche elettive per i consigli provinciali e regionali.

  • Rendere obbligatoria nelle liste elettorali e nei direttivi di circolo, provinciali e regionali, una quota minima del 35 % di under 35. Se un rinnovamento deve essere fatto, infatti, non può essere affidato alle promesse di alcuni dirigenti, ma deve essere garantito da un regolamento chiaro.

Affinché queste misure di ricambio siano efficaci devono essere affiancate dall’attivazione di una scuola di formazione politica, in grado di fornire ai giovani gli strumenti adeguati a saper leggere e comprendere la realtà politica e amministrativa. L’attuale classe dirigente deve, infatti, assumersi l’onere, ed il piacere, di formare i futuri quadri dirigenti di partito.

Il rinnovamento che auspichiamo, infatti, non è basato solo sull’età anagrafica, ma anche sulle effettive capacità del singolo e sull’apporto di idee e istanze collegato alla partecipazione al dialogo politico delle nuove generazioni.

Misure destinate a ovviare a cause d’incompatibilità

È luogo comune, derivante purtroppo dal dilagare di alcuni comportamenti di dirigenti pubblici, che gli amministratori sfruttino la politica e il loro pubblico ufficio per trarne vantaggi personali. Perché i cittadini riacquistino fiducia nelle istituzioni e la politica riacquisti la dignità e la credibilità che le compete, bisogna innanzitutto evitare che tali accuse ricadano su esponenti del PD, per mezzo di apposite rigide regole. Il partito nuovo dovrà distinguersi dal vecchio panorama politico per onestà e rispetto estremo del mandato conferitogli dagli elettori. Per tale motivo proponiamo:

  • Divieto per gli amministratori di assicurarsi preventivamente alcuni incarichi, e di assicurarli a parenti fino al 4° grado, durante il mandato del loro pubblico ufficio. In particolare viene vietato all’eletto di prendere provvedimenti che gli assicurino, o assicurino a parenti fino al 4° grado, un vantaggio professionale futuro, durante o dopo la cessazione delle sue funzioni:

• in seno a entità pubbliche o a partecipazione pubblica che si trovavano sotto il suo controllo durante l'esercizio di funzioni pubbliche;

• in seno a entità pubbliche o a partecipazione pubblica con le quali ha allacciato rapporti contrattuali durante l'esercizio delle sue funzioni;

• in seno a entità pubbliche o a partecipazione pubblica create durante l'esercizio delle sue funzioni e in virtù di esse.