sabato 8 dicembre 2007

Ogni giorno muoiono 13mila bambini

L'Ong "Save the Children" chiede un immediato intervento dei leader riuniti a Lisbona

L'Ong umanitaria 'Save the Children' ha chiesto un immediato intervento dei leader africani ed europei riuniti a Lisbona per il secondo vertice Ue-Africa in favore dei milioni di bambini del continente nero che ogni anno muoiono per malattie «facilmente curabili». In una nota, il responsabile della campagna di 'Save the Children' per l'Africa Martin Kirk ha rilevato che ogni giorno «oltre 13.000 bambini africani sotto i cinque anni moriranno, per lo più per malattie facilmente curabili». Ogni anno, secondo Save the Children, i bambini morti sono circa 5 milioni nell'Africa sub-sahariana. «La maggior parte di queste morti è dovuta a diarrea, polmonite e malaria, malattie facili da prevenire e curare», ha affermato Kirk. L'Ong umanitaria ha chiesto ai leader africani di rispettare la promessa fatta al vertice di Abuja, di dedicare almeno il 15% dei bilanci dei loro stati per la salute, e a quelli europei di mantenere l'impegno di destinare lo 0,7% del Pnl dei bilanci dei loro paesi all'aiuto allo sviluppo. Per ora, ha rilevato Save the Childre, solo Svezia, Lussemburgo, Olanda e Danimarca hanno raggiunto questo obiettivo.

dal Corriere della sera

MASTELLA INSISTE SULLA NORMA ANTI-OMOFOBIA

Cari compagni,

come tutti ben sapete due giorni fa al Senato è stata votata,con l'appoggio salvifico del Senatore a vita Francesco Cossiga, la fiducia al Governo sul decreto legge sulla Sicurezza.

Allora forse io non ho capito bene cosa è accaduto perchè altrimenti la cosa sarebbe alquanto grave e segno di inciviltà.

Per quanto io abbia capito,il motivo per il quale il Governo ha rischiato di non avere la fiducia sarebbe dovuto ad un emendamento del Prc per creare una nuova fattispecie di reato contro gli atti di discriminazione razziale, etnica, religiosa o fondati sull’orientamento sessuale.

Paola Binetti, senatrice teodem del Pd, avrebbe infatti espresso critiche all’emendamento
proposto dalla sinistra sulle pene da infliggere contro «chiunque compia atti di discriminazione razziale, etnica, religiosa o fondati sull’orientamento sessuale». Alla Binetti quelle ultime due parole, «orientamento sessuale», non sarebbero piaciute affatto.


Ancora sulla Stampa il ministro della Giustizia dice: «Se Rifondazione comunista e altri rinnegano un impegno preso ieri di modificare alcuni elementi nel decreto sicurezza, per noi dell'Udeur è crisi di governo, togliamo la fiducia e la nostra esperienza politica finisce qui», ha detto Mastella, oggi a Bruxelles per il Consiglio Ue dei ministri della Giustizia. «Ho parlato con il mio capogruppo alla Camera - ha detto Mastella -. Se Rifondazione comunista o altri partiti della sinistra, nonostante l'impegno preso dal ministro Chiti ieri sera e da me stesso per evitare già ieri la crisi di governo, che ci sarebbe stata senza l'impegno di modificare alcuni elementi che nulla hanno a che fare con la vicenda della sicurezza, come i temi di genere e natura sessuale, se Rifondazione comunista dice che non si toccano e viene lasciato tutto inalterato, per noi - e mi rivolgo al presidente del Consiglio e al capo dello Stato - è crisi di governo. Se è così, togliamo la fiducia al governo. Se a fronte dell'impegno alla modifica, facendo i furbi, anzi i furbastri, con una logica tipicamente comunista di doppiezza togliattiana che conosco da tempo, Rifondazione e gli altri fanno finta di no, non ci sono più le condizioni di stare insieme». Se, viceversa, Rifondazione e gli altri accettano l'idea che su questioni di rilevanza di valori non si può mortificare il Parlamento conducendolo, in prigionia politica, attraverso strumenti da cavallo di Troia come quello del voto di fiducia, si discute liberamente».


La replica di Prc: ha un bel coraggio. «Io penso che su materie così ci vuole del coraggio perché ad affermare che ciò che è valido in Europa non sia poi valido da noi e stiamo parlando di diritti civili. Ci vuole davvero coraggio». Così il segretario del Prc, Franco Giordano, ha commentato le dichiarazioni del ministro della Giustizia, che ha minacciato la crisi se non verranno modificate le norme sugli omosessuali contenute nel decreto sulla sicurezza.

Io concordo assolutamente con Giordano e mi chiedo perchè questa norma da cosi tanto fastidio.

Perchè in tutta Europa queste norme sono accettate con buon senso e con apertura mentale e in Italia ancora si discute su questo.

Perchè ci dov5rebbere essere opposizioni ad un articolo che richiama una norma già vigente nell'ordinamernto italiano,perchè già ratificata e che peraltro rientra nell’ambito delle suddette misure anti-razzismo che si richiamano il Trattato di Amsterdam ratificato dall’Italia. “Pertanto, non dice nulla di nuovo rispetto a quelli che sono gli impegni dell’Italia”, afferma Ferrero.


La situazione peraltro è altrettanto grave a sentire alcune affermazioni di seguito riportate:


(AGI) - Roma, 8 dic. - L’Udeur presentera’ un emendamento al pacchetto sicurezza per eliminare dal provvedimento ogni riferimento all’omofobia. Lo annuncia il capogruppo del Campanile alla Camera, Mauro Fabris.”Vedremo - aggiunge - cosa faranno i cattolici del Pd”.
“Per quanto riguarda la nostra richiesta al governo di stralciare dal pacchetto sicurezza approvato dal Senato ogni riferimento all’omofobia - dice Fabris - a chi ci sfida a dimostrare coerenza tra le parole e i fatti rispondiamo che alla Camera il gruppo Udeur presentera’ un emendamento soppressivo in tale senso”.
“Ci sara’ cosi’ il modo di chiarire una volta per tutte - continua - chi, nell’azione politica, al richiamo ai valori fa seguire i fatti, a partire dai cattolici del Pd, ai quali chiediamo fin da ora il voto sul nostro emendamento”.
“Alla senatrice Finocchiaro, che ritiene mortificante un eventuale modifica al testo approvato dal Senato - prosegue Fabris - ricordiamo che sarebbe ancor piu’ mortificante e grave che il governo non mantenesse la parola data per modificare il testo, promessa fatta prima delle votazioni a Palazzo Madama ai senatori Udeur e non solo, ribadita ancora ieri dal ministro Chiti”. (AGI)
Red/Mgm



Roma, 8 dic. - “La laicita’ e’ un principio non discutibile, i socialisti non voteranno il decreto senza la direttiva europea”. Lo dice il vice presidente del Senato ed esponete del partito Socialista, Gavino Angius.
“Cosa sarebbe accaduto se giovedi’ fosse caduto Prodi ad opera del voto contrario dei teodem del Pd alla fiducia richiesta dal governo?”, si chiede Angius. “La sostanza e’ che il Pd e’ prigioniero del clericalismo dilagante e mi stupisce che il Ministro Chiti abbia successivamente dichiarato che la norma antidiscrimine, che recepisce una direttiva europea, sara’ cancellata alla Camera”.
“La norma di cui si parla - aggiunge - era stata recepita da tutta la maggioranza di centro sinistra con il pieno accordo del Governo. Cosí ci avviamo ad essere un Paese a sovranita’ limitata, in cui le scelte di liberta’ della persona saranno quotidianamente minacciate da un clericalismo dilagante che affossa il principio di laicita’ dello Stato. E questo per noi socialisti e’ inaccettabile, quindi avvisiamo con chiarezza il governo e la maggioranza che se la norma antidiscrimine dovesse essere cancellata dal decreto gli esponenti del Partito socialista al Senato non voterebbero in alcun modo il testo cosi’ modificato”.
“Non e’ possibile - conclude Angius - che si mettano in discussione i principi a tutela della liberta’ della persona. Questo per noi e’ un limite che non puo’ essere valicato, ne verrebbe meno la nostra credibilita’ in Europa”. (AGI)
Red/Mgm


(AGI) - Roma, 7 dic. - “Non mi risulta che ci sia un impegno del governo per modificare la norma sulla discriminazione di genere contenuta nel decreto sulla sicurezza alla Camera”: il capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio, lo sottolinea a margine della riunione di maggioranza sulla Finanziaria. “Evidentemente il ministro Chiti ha parlato a titolo personale. Del resto quella norma dovrebbe essere cambiata nel decreto mille proroghe di fine anno, ma a quel punto dovrebbe tornare al Senato dove ci sarebbe magari un voto in piu’ quello della Binetti, ma anche 10 in meno, i nostri. Noi siamo leali e non vogliamo mettere in crisi il governo ma su questo tema non sono possibili pasticci”. (AGI)

Roma, 7 dic. (Apcom) - Il voto mancato della senatrice 'teodem' Paola Binetti sulla fiducia al Governo in Senato ha aperto un nuovo fronte polemico fra la sinistra e i moderati dell'Unione: il segretario del Prc, Franco Giordano, è furioso: "Ci troviamo un esponente del Pd che vota contro la fiducia di quel Governo che loro difendono a spada tratta e non succede nulla", accusa.

Il leader del Prc, che parla a margine di un seminario a porte chiuse della rivista Alternative per il socialismo, precisa di non avere "alcuna intenzione di fare polemica con il Governo: sto al merito della questione. A me al Pdci, per una astensione al Senato - ricorda Giordano alludendo al caso dei 'dissidenti' sull'Afghanistan - è capitato di dover prendere atto di una divisione delle strade con due compagni. Qui un esponente del Pd vota contro la fiducia, i giornali sono pieni dello scontro tra Rifondazione e il Governo, ma noi discutiamo e loro votano. Decidiamo chi fa più male al Governo".

E tutto questo, insiste il segretario di Rifondazione, "avviene su norme che in Europa sarebbero puramente liberali: sui diritti degli omosessuali, qualcosa che ci viene dal trattato di Amsterdam. Rischiamo una figuraccia in tutta Europa, anzi sarebbe bene che non si sapesse".



Io mi chiedo dov'è il Pd?E' questo il nuovo Pd? Dove ci sono persone che ancora negano questi diritti e negano la condanna della discriminazione su base di tendenza sessuali diverse?

Ditemi un pò voi,perchè la cosa è davvero sconcertante,perchè se è cosi Bertinotti ha ragione a dire che si sta fallendo o peggio ha fallito.


CHE NE PENSATE?


giovedì 6 dicembre 2007

L'ONU CONDANNA LA LEGGE BIAGI

Riporto qui una notizia apparsa sul 'Manifesto'.

L’Agenzia per il lavoro (Ilo) convoca l’Italia per discuterne: le forme di precarietà esistenti da noi sono contro la Convenzione 122
Vittorio Longhi

«Con il pretesto della flessibilità per modernizzare il mercato del lavoro, la legge 30 del 2003 ha creato una situazione di precarietà preoccupante. Secondo le statistiche ufficiali, i contratti a termine sono diventati quasi l’unico modo che hanno i giovani di trovare un impiego ma poi è raro che questi si traducano in lavori stabili, con un rapporto di uno a 25. Stanno aumentando le distorsioni del mercato del lavoro, specialmente nel sud del paese dove la diminuzione del tasso di occupazione ha raggiunto livelli allarmanti». Non sono le considerazioni note della sinistra radicale o dei metalmeccanici Fiom, critici sul Protocollo del governo perché conserva gran parte della legge 30, ma le osservazioni della Commissione di esperti dell’International labour organisation, Ilo, agenzia delle Nazioni unite per i diritti del lavoro, che ha preso in esame il caso italiano.
È passata quasi inosservata la notizia che il nostro governo, tramite il ministro Damiano, è stato convocato in un’audizione speciale nel corso della 96° Conferenza internazionale del lavoro, a giugno a Ginevra, per discutere della situazione in Italia e degli effetti della legge 30, che ha suscitato non poche perplessità nella comunità internazionale. L’Ilo, lo ricordiamo, ha un ruolo normativo e di controllo sull’applicazione delle norme internazionali, oltre che di sostegno ai governi impegnati nel perseguimento del «Lavoro dignitoso», Decent work, contro la deregolamentazione dell’occupazione e la negazione dell’intervento pubblico di protezione sociale. Dai verbali dell’audizione italiana, emerge con chiarezza «l’incompatibilità» delle riforme del governo Berlusconi rispetto alla Convenzione 122 sulle politiche del lavoro. La Convenzione, ratificata dall’Italia nel 1971, impone agli Stati membri l’adozione di «programmi diretti a realizzare un impiego pieno, produttivo e liberamente scelto» e in generale «l’elevazione dei livelli di vita, attraverso la lotta alla disoccupazione e la garanzia di un salario idoneo».
Invece, secondo la Commissione composta da 20 giuslavoristi di tutto il mondo, «l’unico fine perseguito dal vecchio governo è la liberalizzazione del mercato del lavoro secondo un modello di contrattazione sempre più individualizzata, a discapito di politiche territoriali di sviluppo nell’industria e nella ricerca, fondamentali per assicurare competitività nei settori innovativi, anziché cercare di competere con le economie emergenti sul costo del lavoro». Pertanto, dopo avere ascoltato sindacati e imprese, dopo una valutazione della legge 30 e delle sue forme contrattuali, dopo un’analisi dei dati sull’andamento dell’occupazione italiana, la Commissione ha dato le sue indicazioni, individuando alcune priorità da seguire per rimediare ai danni dell’ultima riforma e rispettare la Convenzione 122. In sintesi, è stato richiesto «un ritorno alla centralità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato come forma tipica di occupazione», attraverso una concertazione che vada a beneficio dei lavoratori, in termini di condizioni salariali e di vita, e non solo delle imprese. Inoltre, sono da affrontare con urgenza i problemi del lavoro irregolare, le persistenti disparità territoriali e di genere nell’occupazione, la dispersione scolastica, la disoccupazione di lunga durata, i bassi livelli di istruzione e, come indicato dal sindacato, la questione dell’età pensionabile, non risolvibile con scaloni più o meno alti, ma con forme migliori di flessibilità in entrata e in uscita. Il governo dovrà presentare un rapporto dettagliato sulle misure prese in questa direzione e sul loro impatto.
Tuttavia, a parte un’effettiva ripresa del dialogo sociale, non sembra che il Protocollo sul welfare sia in linea con le osservazioni dell’Ilo riguardo alle modifiche radicali della legge 30, che poi coincidono con le posizioni iniziali del sindacato e della sinistra, tutta, ai tempi del governo Berlusconi. «Anche se le indicazioni non vanno nel dettaglio degli strumenti da adottare, con il Protocollo siamo ancora molto lontani dalle raccomandazioni che la Commissione di esperti ha dato», conferma Leopoldo Tartaglia del dipartimento internazionale Cgil e delegato del sindacato confederale alla Conferenza, coerente con i contenuti della piattaforma sindacale Cgil, Cisl e Uil di giugno. È interessante notare che «i rappresentanti della Confindustria presenti a Ginevra non hanno fatto commenti sulla descrizione della situazione italiana - racconta Tartaglia -, anzi hanno detto di apprezzare le intenzioni del governo attuale di combattere il lavoro precario e irregolare». All’audizione dell’Ilo non ha partecipato il ministro Damiano, seppure convocato formalmente, ma Lea Battistoni, che al ministero è direttore generale del mercato del Lavoro. Dopo avere premesso che il nuovo esecutivo è in carica da troppo poco tempo per mostrare già i risultati delle proprie politiche, Battistoni ha rassicurato la Commissione spiegando che le richieste dei sindacati erano state prese in considerazione e che non c’è motivo di preoccuparsi per il mancato rispetto delle convenzioni internazionali da parte dell’Italia: «Questa discussione – ha detto – sembra appartenere al passato, a un altro governo».

dal Manifesto

mercoledì 5 dicembre 2007

Made in China (Vergogna)




VERGOGNOSO
Le immagini che seguono sono estremamente dure, però riteniamo doveroso
mostrarle, perché fatti così gravi non devono passare inosservati. Il mondo
deve sapere, la gente deve essere informata di quanto accade in Cina, di
come possa disumanamente divenire normalità il disprezzo per la vita.
Una bimba appena nata giace morta sotto il bordo del marciapiedi, nella
totale indifferenza di coloro che passano.
La piccina è solo un'altra vittima della politica crudele del governo cinese
che pone il limite massimo di un solo figlio nelle città (due nelle zone
rurali), con aborto obbligatorio.
Nel corso della giornata, la gente passa ignorando il bebè.
Automobili e biciclette passano schizzando fango sul cadaverino
Di quelli che passano, solo pochi prestano attenzione.
La neonata fa parte delle oltre 1000 bambine abbandonate appena nate ogni
anno, in conseguenza della politica del governo cinese.
L'unica persona che ha cercato di aiutare questa bambina ha dichiarato:
'Credo che stesse già per morire, tuttavia era ancora calda e perdeva sangue
dalle narici'.
Questa signora ha chiamato l'Emergenza però non è arrivato nessuno.
'Il bebè stava vicino agli uffici fiscali del governo e molte persone
passavano ma nessuno faceva nulla... Ho scattato queste foto perché era una
cosa terribile...'
'I poliziotti, quando sono arrivati, sembravano preoccuparsi più per le mie
foto che non per la piccina...'
In Cina, molti ritengono che le bambine siano spazzatura.
Il governo della Cina, il paese più popoloso del mondo con 1,3 miliardi di
persone, ha imposto la sua politica di restrizione della natalità nel 1979.
I metodi usati però causano orrore e sofferenza: i cittadini, per il terrore
di essere scoperti dal governo, uccidono o abbandonano i propri neonati.
Ufficialmente, il governo condanna l'uso della forza e della crudeltà per
controllare le nascite; però, nella pratica quotidiana, gli incaricati del
controllo subiscono tali pressioni allo scopo di limitare la natalità, che
formano dei veri e propri 'squadroni dell'aborto'. Questi squadroni
catturano le donne 'illegalmente incinte' e le tengono in carcere finché non
si rassegnano a sottoporsi all'aborto.
In caso contrario, i figli 'nati illegalmente' non hanno diritto alle cure
mediche, all'istruzione, né ad alcuna altra assistenza sociale. Molti padri
vendono i propri 'figli illegali' ad altre coppie, per evitare il castigo
del governo cinese.
Essendo di gran lunga preferito il figlio maschio, le bambine rappresentano
le principali vittime della limitazione delle nascite.
Normalmente le ragazze continuano a vivere con la famiglia dopo del
matrimonio e ciò le rende un vero e proprio un peso.
Nelle regioni rurali si permette un secondo figlio, ma se anche il secondo è
una femmina, la cosa rappresenta un disastro per la famiglia.
Secondo i dati delle statistiche ufficiali, il 97,5% degli aborti è
rappresentato da feti femminili.
Il risultato è un forte squilibrio di proporzioni fra popolazione masch ile
e femminile. Milioni di uomini non possono sposarsi, da ciò consegue il
traffico di donne.
L'aborto selezionato per sesso sarebbe proibito dalla legge, però è prassi
comune corrompere gli addetti per ottenere un'ecografia dalla quale
conoscere il sesso del nascituro.
Le bambine che sopravvivono finiscono in precari orfanatrofi.
Il governo cinese insiste con la sua politica di limitare le nascite e
ignora il problema della discriminazione contro le bambine.
Alla fine, un uomo raccolse il corpo della bambina, lo mise in una scatola e
lo gettò nel bidone della spazzatura.

domenica 2 dicembre 2007

Due pensieri sul consiglio comunale di venerdì scorso

Dunque… aiutatemi un po’ a capire se ho colto in pieno le novità emerse dal consiglio comunale del 29 novembre:

Fatto n°1: dopo 7-8 mesi di meditazione, il Sindaco ha finalmente nominato l’assessore in sostituzione del dimissionario Stamegna . Si tratta Franco Cannella (FI). Il malcapitato neo-assessore tuttavia, non ricoprirà le mansioni del suo predecessore (Cultura): porterà infatti in petto la mortificante coccarda di Assessore alla Protezione civile (?!?). In pratica, il buon Cannella non si occuperà di un cazzo. Itri intanto non ha più nessuno che si occupi della cultura, ma questo mi sembra coerente con la linea politica dell’Amministrazione.

Fatto n°2:dato che Stamegna con le sue dimissioni rigettò finanche la tessera di Forza Italia, è stato nominato il nuovo capogruppo consiliare del compianto partito (pace all’anima sua). Si tratta del vice-sindaco, assessore all’Ambiente, consigliere provinciale, prossimo candidato sindaco del centro-destra, membro eminente del “CdA Itri” ecc., Claudio Cardogna. Il soldato semplice Anna Maria Ialongo era e resta tale.

Fatto n°3: il consigliere Paolo Stamegna è stato incredibilmente investito della delega all’ “Attuazione del programma” (quale programma?). E’comunque la prima volta che accade una cosa del genere nella storia dell’Italia repubblicana, ma anche di quella monarchica. Emerge un nuovo affascinante, misterioso, intrigante interrogativo: di cosa cazzo si occuperà adesso il sindaco Agresti?

Fatto n°4: il consigliere Paolo Stamegna è stato inverosimilmente investito anche della delega alle “Grandi opere” (quali grandi opere a Itri??). Il povero assessore ai Lavori pubblici mons.Mario Petrillo diventa ufficialmente inutile, non serve più a nulla. Mi correggo, continuerà a esercitare le proprie mansioni esclusivamente per le “piccole opere”. Grande curiosità destano i criteri con le quali verranno distinte in consiglio comunale le “piccole” dalle “grandi”: probabilmente si farà ricorso all’applausometro. Ilarità e divertimento restano comunque garantiti.

Fatto n°5: la lista ITRI SEI TU intende dimostrare con l’ausilio del Ministero dell’interno l’incompatibilità che intercorre tra il geometra Paolo Stamegna (membro importantissimo del “CdA Itri”) e l’incarico di delegato alle “Grandi (ah ah ah ) opere”.

Fatto n°6: in questo rimpastino di giunta, l’Udc ha avuto il suo bravo piattino di lenticchie: il consigliere Iacotucci è ora delegato alla Sanità. Questa delega, ottenuta dallo spacchettamento delle politiche sociali, non è in realtà un granchè, perché i comuni non hanno grandi possibilità di intervento in materia. Ma insomma, bisognava pure accontentarli ‘sti uddiccini!

Fatto n°7: Alleanza Nazionale, a cui va dato atto di non far parte del “CdA Itri”, continua tuttavia a contare come il due nella briscola.

Spero di non aver dimenticato niente. Comunque è evidente che le motivazioni di questa sottospecie di manovra non vanno ricercate nella volontà di migliorare l’efficienza della macchina amministrativa; le deleghe, conferite più o meno legalmente, rappresentano più che altro una scossa d’assestamento, il tentativo di trovare un nuovo equilibrio, un nuovo accordo politico tra le forze della maggioranza. Il problema è che quando si perde il senso del ridicolo, in tutti gli ambiti della vita, bisogna iniziare a preoccuparsi sul serio.

Un saluto caloroso a tutti i democratici di Itri.

Antonello