venerdì 28 dicembre 2007

"Conosco i nomi dei miei assassini"

"Conosco i nomi dei miei assassini"

di BENAZIR BHUTTO


La settimana scorsa sono sopravvissuta a un tentato omicidio, ma 140 uomini e donne tra i miei sostenitori e della mia scorta non ce l'hanno fatta. L'attentato del 18 ottobre ha messo in evidenza la critica situazione con la quale siamo alle prese oggi in Pakistan, oggi che cerchiamo di fare campagna elettorale per elezioni libere, oneste e trasparenti sotto la minaccia del terrorismo. Quanto è accaduto dimostra la sfida logistica, strategica e morale che incombe su tutti noi. Come possiamo fare campagna elettorale presso la cittadinanza sotto la minaccia costante e concreta di essere assassinati? Con l'eventualità di un massacro di innocenti?

L'attentato nei miei confronti non è giunto inaspettato. Da informazioni attendibili ero stata avvisata di essere presa di mira da elementi che vogliono ostacolare il processo democratico. Più specificatamente ero stata informata che Baitul Masood, un afgano a capo delle forze Taliban nel nord del Waziristan, Hamza bin Laden, un arabo, e un militante della Moschea Rossa erano stati mandati in missione con il compito di uccidermi. Ho anche temuto che fossero strumenti nelle mani dei loro stessi simpatizzanti, infiltratisi nella sicurezza e nell'amministrazione del mio Paese, gli stessi che ora temono che il ritorno della democrazia possa far deviare i loro piani.

Abbiamo cercato di prendere tutte le precauzioni del caso. Abbiamo chiesto i permessi per importare un automezzo corazzato a prova di proiettile. Abbiamo chiesto di ottenere gli strumenti tecnologici con i quali individuare e disattivare gli ordigni esplosivi improvvisati spesso collocati sul ciglio della strada. Avevamo chiesto che mi fosse assicurato il livello di sicurezza al quale ho diritto nella mia qualità di ex primo ministro.

Adesso, dopo il massacro, appare quantomeno sospetto il fatto che i lampioni delle strade circostanti il luogo esatto dell'attentato - Shahra e Fisal - fossero stati spenti, così da consentire agli attentatori suicidi di avvicinarsi quanto più possibile al mio automezzo. Provo grandissimo sconcerto all'idea che le indagini sull'attentato siano state affidate al vice ispettore generale Manzoor Mughal, presente quando mio marito alcuni anni fa stava quasi per perdere la vita per le torture subite.

Naturalmente, conoscevo i rischi che avrei corso. Già due volte in passato ero stata presa di mira dagli assassini di al Qaeda, tra i quali il famigerato Ramzi Yousef. Conoscendo il modus operandi di questi terroristi, so che tornare a colpire il medesimo bersaglio è per loro prassi naturale (si pensi al World Trade Center), e che dunque sicuramente stavo correndo un pericolo maggiore.

Alcuni esponenti del governo pachistano hanno criticato il mio ritorno in Pakistan, il mio progetto di far visita al mausoleo della tomba del fondatore del mio Paese, Mohammed Ali Jinnah. Mi sono trovata davanti a un dilemma: ero stata in esilio per otto anni, lunghi e dolorosi. Il Pakistan è un Paese nel quale la politica è qualcosa di molto radicato, che si pratica in massa, con un contatto faccia a faccia, persona a persona. Qui non siamo in California o a New York, dove i candidati fanno campagna elettorale pagando i media o spedendo messaggi e posta abilmente indirizzata. Qui quelle tecnologie non soltanto sono logisticamente impossibili, ma altresì incompatibili con la nostra cultura politica.

Il popolo pachistano - a qualsiasi partito esso appartenga - ha voglia, si aspetta di vedere e ascoltare i leader del proprio partito, e di essere parte integrante del discorso politico. I pachistani partecipano ai comizi e ai raduni politici, vogliono ascoltare direttamente e senza intermediari i loro leader parlare con megafoni e altoparlanti. In condizioni normali tutto ciò è impegnativo. Con una minaccia terroristica che incombe è straordinariamente difficile. Mio dovere è far sì che non sia impossibile.

Ci stiamo consultando con strateghi politici su questo problema. Vogliamo essere sensibili nei confronti della cultura politica della nostra nazione, offrire alla popolazione l'opportunità di prendere parte al processo democratico dopo otto lunghi anni di dittatura, ed educare cento milioni di elettori pachistani sulle problematiche all'ordine del giorno.

Non vogliamo, tuttavia, essere imprudenti. Non vogliamo mettere in pericolo senza motivo e senza necessità la nostra leadership e certamente non vogliamo rischiare un eventuale massacro dei miei sostenitori. Se non faremo campagna elettorale, saranno i terroristi ad aver vinto e la democrazia farà un ulteriore passo indietro. Se faremo campagna elettorale rischiamo di essere vittime di violenza. È un enorme problema insolubile.

Attualmente stiamo concentrandoci su tecniche per così dire ibride, che combinino il contatto individuale e di massa con l'elettorato con il rispetto di rigide misure di sicurezza. Laddove c'è chi ha il telefono, potremo provare a contattarlo con un messaggio preregistrato, che descriva le mie posizioni al riguardo di alcune questioni e inviti la cittadinanza a recarsi alle urne.

Nelle aree rurali stiamo prendendo in considerazione l'idea di trasmettere miei messaggi a intervalli regolari dagli impianti stereo installati nei centri dei villaggi. Invece di attraversare il Paese con i tradizionali mezzi di trasporto tipici della politica pachistana, stiamo prendendo in esame la possibilità di "caravan virtuali" o di "comizi virtuali", nel corso dei quali potrei rivolgermi a un pubblico numeroso di tutte le quattro province del Paese affrontando i temi più importanti della campagna.

Stiamo infine anche studiando la fattibilità di una nuova educazione dell'elettorato, di nuove tecniche che inducano a recarsi alle urne e che al contempo riducano al minimo la mia vulnerabilità e le occasioni per un attentato terroristico soprattutto nelle prossime cruciali settimane che ci separano dalle elezioni del nostro Parlamento.

Non dobbiamo permettere che la sacralità del processo politico sia sconfitta dai terroristi. In Pakistan occorre ripristinare la democrazia e l'equilibrio delle posizioni moderate, e il modo per farlo è tramite elezioni libere e oneste che instaurino un governo legittimo su mandato popolare, con leader scelti dal popolo. Le intimidazioni da parte di assassini codardi non dovranno far deragliare il cammino del Pakistan verso la democrazia.

copyrightbenazirbhutto2007
(traduzione di Anna Bissanti)


(28 dicembre 2007) da Repubblica.it

giovedì 27 dicembre 2007

Difensore civico, approvato il regolamento

La delibera è passata in Consiglio comunale con i soli voti della maggioranza

di M.Tos.(Latina Oggi)

IL CONSIGLIO comunale di Itri ha approvato il regolamento del difensore civico. Alla votazione, cui ha partecipato la sola maggioranza per le note polemiche relative alla lottizzazione di Punta Cetarola sollevate dall’opposizione, ha dato il via libera definitivo al lavoro della nuova figura istituzionale. Il difensore civico è stato istituito presso l’amministrazione comunale di Itri con una deliberazione del consiglio comunale del 5 dicembre 2006 e rappresenta uno dei principali istituti di partecipazione previsti dalla legge in favore dei cittadini. Il compito del difensore civico è, infatti, quello di controllare, garantire e tutelare la legalità, la imparzialità ed il buon funzionamento della pubblica amministrazione nei confronti proprio dei cittadini. Questa funzione di garanzia è diretta a preservare i loro diritti e interessi, nonchè la stabilità della pubblica amministrazione. Il difensore civico interviene nei casi in cui nello svolgimento dell'attività amministrativa si profilino ritardi, irregolarità, negligenze, disfunzioni, carenze, omissioni, abusi o illegittimità.

domenica 23 dicembre 2007

Dura lettera dell'opposizione sulla lottizazione di Montepiano-Punta Cetarola

Pubblichiamo la lettera che, dopo aver abbandonato l'aula nel Consiglio del 18/12, i consiglieri comunali di opposizione della lista "Itri sei tu" hanno inviato a diverse autorità competenti.

P.S. nel frattempo il Consiglio comunale, in seconda convocazione 20/12, ha proceduto all'unanimità dei presenti (l'opposizione non ha preso parte ai lavori) alla prima approvazione del progetto di lottizazione in zona Montepiano-Punta Cetarola.
Giovanni

Al Ministro dell’Ambiente On. Pecoraro Scanio
Al Presidente della Regione Lazio On.Piero Marrazzo
Al Prefetto di Latina
All’Assessore Regionale All’Ambiente On. Filiberto Baratti
All’Assessore Regionale all’Urbanistica On. Massimo Pompili
Al Consigliere Regionale On. Domenico Di Resta
Al Consigliere Regionale On. Claudio Moscardelli

I sottoscritti consiglieri di minoranza del Comune di Itri (Lt) della lista di centro sinistra “Itri sei tu” denunciano il gravissimo comportamento che la maggioranza guidata dal Sindaco Giovanni Agresti sta attuando.

A tal proposito rappresentano quanto segue:

1. nonostante la nostra ferma contrarietà è stato convocato per oggi 18 dicembre alle ore 18 un consiglio comunale con all’ordine del giorno, al punto 6, l’adozione del piano di lottizzazione convenzionato presentato dalla società “Cetarola s.r.l.”. Si tratta di un in un intervento turistico-ricettivo di circa 80.000,00 metri cubi in località Cetarola, distante circa 15 chilometri dal centro urbano, su un’area di grande pregio ambientale e naturalistico, una delle poche aree rimasta indenne dalla devastazione edilizia del nostro territorio.

  1. L’aver inserito all’ordine del giorno del consiglio comunale l’adozione del piano di lottizzazione è gravemente illegittimo per violazione di legge ed in particolare del vigente statuto comunale, norma di diritto pubblico vincolante per il nostro consiglio comunale. Infatti l’articolo 62 dello statuto recita testualmente: “l’adozione di strumenti urbanistici è preceduta da istruttoria pubblica”, istruttoria disciplinata dallo stesso statuto. Orbene, per inequivocabile previsione normativa, per giurisprudenza costante e consolidata nonché per dottrina, il piano di lottizzazione è qualificato a tutti gli effetti quale strumento urbanistico attuativo, equiordinato e dello stesso valore giuridico del piano particolareggiato. Non vi è alcun dubbio, pertanto, che siamo di fronte ad uno strumento urbanistico attuativo la cui adozione presuppone obblogatoriamente, per espressa disposizione statutaria, lo svolgimento dell’istruttoria pubblica. Aver inserito all’ordine del giorno del consiglio l’adozione del piano di lottizzazione in questione rappresenta una palese violazione dello statuto comunale e rende illegittimo tutto il procedimento amministrativo.
  1. L’ acclarata illegittimità procedimentale è ulteriormente aggravata dal vero e proprio colpo di mano che la maggioranza ha finora attuato e testardamente, nonostante i nostri inviti e le nostre diffide, continua ad attuare. Infatti si cerca di approvare, senza alcuna discussione preventiva, un intervento turistico-ricettivo di circa 80.000,00 metri cubi in località Cetarola, su un’area di grande pregio ambientale e naturalistico, una delle poche aree rimasta indenne dalla devastazione edilizia del nostro territorio, distante circa 15 chilometri dal centro urbano. Una decisione del tutto irragionevole anche in considerazione del fatto che è oramai prossima l’adozione di un nuovo piano regolatore generale che deve affrontare tra l’altro il gravissimo fenomeno della trasformazione di intere zone agricole in zone turistiche di fatto dove si sono realizzati, con uno scempio unico del territorio, volumetrie di gran lunga superiori al milione di metri cubi. E’ grave che ad un argomento di tale importanza e rilevanza si sia dedicata solo ed esclusivamente una fugace commissione urbanistica nella mattinata di ieri 17 dicembre. Ed è ancora più grave è il fatto che i consiglieri comunali non hanno avuto il tempo di studiare ed esaminare l’imponente documentazione e che alcuni documenti importantissimi quali la bozza di convenzione non esistevano agli atti e sono stati consegnati soltanto alle ore 12 sempre di ieri 17 dicembre.
  1. di fronte a tutto questo, abbiamo ripetutamente richiesto, sia in sede di commissione consiliare che in apertura del consiglio comunale di questa sera, di ritirare o rinviare a data da destinarsi il punto all’ordine del giorno. Il tutto anche in considerazione del fatto che dalla Regione Lazio non è ancora pervenuta l’importantissima Valutazione di Impatto Ambientale, all’esame dei competenti uffici regionali dell’assessorato all’ambiente. E’ stato tutto inutile e per protesta abbiamo deciso di non partecipare alle riunioni del consiglio comunale fino a quando non verranno ripristinate regole elementari di correttezza giuridica e democratica.

Alla luce di quanto brevemente esposto chiediamo cortesemente un incontro urgente al Presidente della Regione Lazio ed al Prefetto di Latina per rappresentare più nel dettaglio la grave situazione in atto nel Comune di Itri affinché si possa ripristinare una legalità troppe volte violata.

Itri, 18 dicembre 2007 ore 21,00

Italo La Rocca – Capo gruppo consiliare
Giovanni Ialongo – Consigliere comunale
Luca Iudicone- Consigliere comunale
Igor Ruggieri – Consigliere comunale
Piero Ruggieri – Consigliere comunale